Por Franco Cerutti
Fuori piove come se il cielo avesse mangiato trippa e cipolle, dentro c’è un caldo che nemmeno nella sauna di un orso.
El Poeta, dietro il bancone, sta asciugando un bicchiere da tre quarti d’ora con la stessa faccia di chi aspetta che il vetro si asciughi da solo.
Calorifero (al secolo Otello) traffica con la macchinetta del caffè che emette suoni da trattore in amore.
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale, ha già aperto il taccuino e titola a matita:
«Napoli-Juve, la Champions che sembra il derby di Briga ma con più soldi».
Il ragionier Gualtieri, in giacca e cravatta anche se è mercoledì sera, legge la Gazzetta con gli occhiali sulla punta del naso e borbotta:
«Due a zero al Qarabag… ma chi è sto Qarabag? Un paesino dell’Azerbaigian o una marca di yogurt?»
La Mirella, che è arrivata con l’ombrello ancora aperto dentro il locale (perché «non si sa mai»), strilla:
«Yildiz, ragazze! Questo turco è più bello di Banderas quando aveva i capelli! Se lo vedo gli chiedo l’autografo sul decolleté!»
In quel momento entra il Peppone, barba da vichingo e tuta unta fino al collo, con l’aria di chi ha appena rimesso in moto una Panda del ’92 con un fil di ferro e una bestemmia.
«Allora? Com’è andata?» chiede, come se avesse puntato l’eredità della suocera.
Tonino alza la penna come fosse una bacchetta magica:
«Napoli due, Qarabag zero. McTominay, quel scozzese che sembra un armadio Ikea, ha fatto due gol di testa. Conte ride, il mondo trema.»
El Poeta, senza alzare gli occhi dal bicchiere che ormai è più asciutto del Sahara, butta lì la rima:
«Conti che conti, il Conte ha contato, due pere in testa e il Qarabag è asfaltato.»
Calorifero, che nel frattempo ha fatto un caffè lungo come la coda al CUP, aggiunge:
«E la Juve? Tre a due al Bodo-come-cazzo-si-chiama. Yildiz ha fatto un gol che sembrava Maradona, ma con meno cocaina e più sponsor.»
Il ragionier Gualtieri scuote la testa:
«Tre a due in casa contro dei norvegesi che giocano con le renne in panchina… Allegri sarebbe già stato lapidato in piazza Duomo.»
La Mirella si accende una sigaretta elettronica che sa di bubble-gum e disperazione:
«Ma avete visto Thiago Motta? Sembra un poeta francese, altro che allenatore. Io lo sposerei domani, anche se poi mi lascia per una modella di Dubai.»
Peppone si siede, prende il bianchino e sentenzia:
«Ragazzi, la Champions è bella, ma qui a Briga Novarese vinciamo 5-0 ogni domenica contro il San Rocco e nessuno ci fila. La differenza? Loro hanno i diritti tv, noi abbiamo la Mirella che urla “Forza magara!” dal secondo anello.»
Tonino scribacchia furiosamente:
«Nota per la cronaca: se il Bar Sport avesse i diritti tv, la telecronaca la farebbe El Poeta in rima e Calorifero commenterebbe solo “Caldo, eh?” dopo ogni gol.»
El Poeta, finalmente soddisfatto del bicchiere (che ormai riflette la luce come uno specchio), alza la voce:
«Se Briga andasse in Champions, giocheremmo col 4-4-2: quattro al bar, quattro a bere, due a guardare la partita.»
Calorifero ride così forte che gli esce il caffè dal naso.
La Mirella applaude.
Il ragionier Gualtieri chiude la Gazzetta e dice:
«Comunque, signori, stasera ha vinto il calcio. E ha perso il Qarabag, che tornerà a casa in aereo low-cost con la coperta sulle ginocchia.»
Tonino chiude il taccuino, soddisfatto:
«Titolo definitivo: “Napoli e Juve volano, Briga resta a terra ma con più grappa”. Cronaca chiusa. Domani si riparla del derby contro il San Rocco. Lì sì che si gioca per la gloria.»
E fuori continua a piovere, ma dentro il Bar Sport è sempre Champions League.
Anche se la coppa, alla fine, la alza solo El Poeta: è il trofeo del bianchino finito.

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