Por Franco Cerutti

Bar Sport, Briga Novarese, ore 7:12 del 28 novembre 2025.
Il termometro segna –2 ma dentro c’è un caldo che sembra di stare in un panino tostato. Entra Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale, con il cappotto aperto e il block-notes già bagnato di vapore.

«Ragazzi, oggi sciopero generale! L’Italia si ferma! Treni, scuole, ospedali, tutto chiuso! È la rivoluzione!»

Silenzio. Solo il ronzio del frigorifero che sembra dire “embè?”.

El Poeta, dietro il bancone, alza un sopracciglio e risponde in rima:
«Se si ferma l’Italia intera
allora il cappuccino te lo offro io, per la carriera.»

Il ragionier Gualtieri, che sta leggendo il Sole 24 Ore al contrario da vent’anni, sbuffa:
«Sciopero? Ma se ieri ho preso il 7:42 per Novara ed era puntualissimo! C’era solo un controllore che piangeva, ma quello piange sempre.»

La Mirella, che ha già ordinato tre brioche e due caffè (tutti per sé), alza la testa:
«Io devo andare dalla pedicure a Borgomanero. Se l’autobus non passa, mi sciopero anch’io. Mi metto in mezzo alla strada con la babbucce e bigodini, vediamo chi osa suonare il clacson.»

Peppone, barba unto di grasso e mani nere come la pece, arriva asciugandosi con uno straccio che una volta era bianco:
«Sciopero? Bene! Così finalmente posso dormire fino alle dieci. I clienti con la Panda rotta possono aspettare, tanto la Panda è già in sciopero da trent’anni.»

Otello «Calorifero», il barista, versa il caffè con la calma di un monaco zen:
«Io invece lavoro lo stesso. Se no chi vi scalda l’anima a voi poveri cristi?»

Entra di corsa il maresciallo Carluccio (personaggio secondario ma sempre utile), con la divisa stirata male:
«Ragazzi, ho appena avuto la circolare: oggi niente multe, i vigili sono in sciopero pure loro! Potete parcheggiare sulle strisce, sui marciapiedi, dentro la fontana, dove vi pare!»

Tonino il Termosifone apre il block-notes e comincia a scrivere a raffica:
«Crónica del giorno che l’Italia si è messa in pigiama. Capitolo primo: a Briga Novarese nessuno se n’è accorto perché eravamo già in pigiama da vent’anni.»

La Mirella: «Ma la posta? Arriva la pensione?»
El Poeta: «La pensione è in sciopero dal 2011, Mirella, non te ne sei mai accorta?»

Peppone alza la voce: «E la Juve gioca lo stesso?»
Tonino: «La Juve non sciopera mai, al massimo finge di cadere.»

Entra nonna Adelina, 92 anni, bastone e voce da tenore:
«Sciopero? Ai miei tempi scioperavamo davvero: prendevamo il forcone e andavamo a prendere il padrone a casa. Oggi mandate un WhatsApp e vi sentite Che Guevara.»

Silenzio reverenziale. Poi il ragionier Gualtieri, sottovoce:
«Però il WhatsApp è comodo…»

Otello Calorifero batte il pugno sul bancone:
«Allora brindiamo! Oggi il bar è l’unico posto d’Italia che funziona!»
El Poeta, inevitabile:
«Se il Paese si ferma tutto quanto
almeno qui il caffè è caldo e santo.»

Tutti alzano le tazzine. Tonino chiude il block-notes e sentenzia:
«Notizia del giorno: lo sciopero generale è perfettamente riuscito.
A Briga Novarese non è cambiato un tubo.
E questo, signori miei, è il vero miracolo italiano.»

E fuori, nella piazza deserta, passa un autobus vuoto con scritto «SCIOPERO» sul display.
Dentro, l’autista sta dormendo.
Pura poesia.