Por Franco Cerutti
### Bar Sport, Briga Novarese, 1° dicembre 2025, ore 10:42
Il televisore a tubo catodico (che El Poeta si rifiuta di cambiare “perché fa ancora le righe come i tramonti”) sta mostrando il Quirinale. Mattarella stringe la mano a Maia Sandu, presidente della Moldavia. Sotto, la scritta: «Incontro al Quirinale».
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, sta scrivendo sul retro di una distinta del totocalcio con la biro che perde inchiostro come lacrime di coccodrillo.
«Titolo del giorno!» grida. «Mattarella riceve la Sandu: finalmente qualcuno che non chiede il reddito di cittadinanza!»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con uno strofinaccio che ha più storia del Risorgimento.
«Sandu… Sandù… suona come un gelato» fa in rima.
«Arriva la Sandu, con la faccia da pandù,
e Mattarella la guarda e pensa: “Ma chi l’ha mandà?”»
Il ragionier Gualtieri, che ha lavorato trentotto anni all’INPS e ancora controlla le buste paga dei sogni, alza la tazzina di caffè come fosse un calice.
«Io l’ho detto: la Moldavia è il buco nero d’Europa. Là il PIL è una barzelletta. E noi li riceviamo al Quirinale? Ma mandiamoli da Salvini al Brennero, che almeno gli fa vedere il muro!»
La Mirella, che arriva sempre con la borsa della spesa piena di detersivi e di pettegolezzi freschi, scuote la testa.
«Io non capisco. La Moldavia dove sta? Sopra la Svizzera o sotto il divano?»
Peppone, meccanico con la barba che sembra un copertone bruciato, entra asciugandosi le mani con uno straccio nero petrolio.
«Moldavia? È quella dove fanno il vino che sa di tappo e di nostalgia. L’ho bevuto una volta a un matrimonio. Dopo tre bicchieri parlavo russo e piangevo per la steppa.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un bianchino a un cliente che non ha chiesto niente.
«Calorifero, ma che c’entra la Moldavia con noi?» chiede Tonino.
«C’entra, c’entra» risponde Calorifero con la faccia di chi la sa lunga. «Perché se domani ci invadono, noi non abbiamo l’esercito. Costa Rica docet. Al massimo mandiamo la Mirella con la borsa della spesa. Due sporte di detersivo Dixan e li stendiamo tutti.»
Entra il professor Cavenaghi, pensionato di lettere, con il cappotto lungo fino ai piedi e l’aria da chi ha letto troppi Dostoevskij.
«Signori, la Moldavia è l’ultimo avamposto dell’anima slava! Là c’è ancora la poesia della miseria! Qui invece abbiamo solo il reddito di cittadinanza e il panettone Motta in offerta!»
Tonino scribacchia furiosamente.
«Nuovo titolo: “Mattarella abbraccia la Sandu, la Moldavia abbraccia il nostro welfare: tra un po’ arrivano tutti in corriera!”»
El Poeta si mette a cantare con la voce da tenore ubriaco:
«Oh Maia, Maia,
che vieni da Chisinau,
portaci il vino e il caviale,
ma il conto lascialo a Gualtieri, che ha lavorato all’INPS e sa come fare!»
Il ragionier Gualtieri si alza di scatto.
«Io? Io ho già pagato per mezza Africa! Ora pure la Moldavia? Ma fatemi il piacere! Piuttosto aboliamo il Quirinale e ci mettiamo un self-service: entri, ti prendi la presidenza, paghi con la tessera sanitaria e via.»
La Mirella tira fuori dalla borsa una forma di formaggio.
«Io porto il formaggio di montagna. Se arriva la Sandu glielo offro. Così capisce che qui siamo gente seria. Formaggio e salame: altro che accoglienza istituzionale.»
Peppone batte il pugno sul bancone.
«E io le sistemo la macchina! La Dacia della Sandu gliela faccio volare! Due candele nuove e arriva fino a Timbuctù senza fermarsi al Brennero!»
Tonino alza il foglietto come fosse un editto papale.
«Articolo finito! “Incontro Mattarella-Sandu: al Bar Sport già si prepara l’accoglienza alternativa: formaggio, vino moldavo e revisione gratuita. Perché la diplomazia vera si fa coi detersivi e le chiacchiere.”»
El Poeta chiude in bellezza:
«E se la Moldavia ci invade,
noi la battiamo a briscola chiamà,
con la Mirella che fa il carico
e Gualtieri che conta i punti con l’INPS nel cuore!»
Il televisore passa alla pubblicità del pandoro. Nessuno lo guarda più.
Al Bar Sport di Briga Novarese, la politica estera è già stata risolta tra un bianchino e una fetta di salame.
E la Sandu, là al Quirinale, ancora non sa quanto le costerà fermarsi a bere un caffè da queste parti.

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