Por Franco Cerutti
### Bar Sport, Briga Novarese, 4 dicembre 2025, ore 18:47 (fuori piove come se Dio avesse aperto il rubinetto del cielo e poi fosse andato a giocare a burraco)
Il televisore a tubo catodico (ancora vivo per miracolo e per la colla Patex) spara il telegiornale:
«Boom di turisti stranieri a Natale: oltre quattro milioni di arrivi, 3,5 miliardi di spesa. Montagna al 46,6%.»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con lo strofinaccio che ha più storia della Resistenza e sentenzia:
«Quattro milioni di stranieri…
che vengono qui a mangiar polenta
e poi tornano a casa contenti
perché hanno risparmiato sulla terapia.»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, estrae il suo taccuino (un vecchio registro delle bollette del gas del 1998) e scrive con la Bic quasi scarica:
«Notizia epocale: il turista straniero ha scoperto che la fonduta è più economica del psicologo. E non ti fa domande personali.»
Il ragionier Gualtieri, che ha la calcolatrice incorporata nel cervello e il maglione natalizio da ventitré anni di fila, alza l’indice come se stesse per fare la dichiarazione dei redditi:
«Tre virgola cinque miliardi! Sapete quanto fa a testa? Ottocento settanta euro cadauno! Con ottocento settanta euro io ci campo fino a Pasqua, vino compreso!
La Mirella, che è al bancone da quarant’anni e ha visto passare più turisti che fidanzati, sbuffa mentre mescola lo zucchero nel cappuccino con la velocità di un trapano:
«Vengono qui, fotografano il presepe, poi chiedono il gluten free. Ma quale gluten free? La polenta è fatta di mais, non di rimpianti!»
Entra Peppone, il meccanico, barba lunga fino al petto e mani nere come l’anima di un commercialista. Si scrolla la pioggia dal giaccone:
«Ho appena revisionato un SUV tedesco. Dentro c’erano sci, racchette, fonduta portatile e un bambino che parlava solo inglese. Il bambino mi ha chiesto se qui nevica davvero. Gli ho detto: “Sì, ma solo quando arriva il conto”.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un grappino a tutti senza chiedere. Tanto lo pagherà il ragionier Gualtieri, come da tradizione millenaria:
«Quest’anno prenotazioni al 46,6% in montagna. Il restante 53,4% viene qui da noi a Briga Novarese a guardare il lago ghiacciato e a chiedere dov’è la spa. La spa? È il mio termosifone, signori, scalda da trent’anni e non ha mai chiesto ferie.»
Arriva di corsa il Beppe del minimarket, con il grembiule ancora addosso e l’affanno di chi ha appena venduto l’ultimo pandoro:
«Ragazzi, ho finito i formaggi! Un francese mi ha comprato tutto il gorgonzola “per fare la fondue”. Gli ho detto: “Ma signore, la fondue si fa con il groviera”. E lui: “No no, io voglio il gorgonzola, è più autentico”. Autentico un corno! Domani lo mangia e chiama l’ambulanza pensando sia veleno medioevale!»
Tonino il Termosifone alza la penna come una spada:
«Titolo di domani sul mio giornalino parrocchiale:
“Stranieri invadono Italia per mangiare male ma con passione”.»
El Poeta chiude la serata con una rima che gli viene dal cuore:
«Vengon da Londra, da Berlino, da Parigi,
a spendere soldi e a far foto ai presepi.
Poi tornano a casa felici e contenti
e noi restiamo qui… coi conti.»
Tutti alzano il bicchiere. Fuori continua a piovere. Dentro, il termosifone gorgoglia come un vecchio saggio.
E Briga Novarese si prepara all’invasione: quattro milioni di turisti, zero posti letto liberi e un solo gorgonzola rimasto.
Che Dio ce la mandi buona. O almeno una fonduta decente.

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