Por Franco Cerutti

### Liberato l’imam accusato: bocciato il blitz – Il Blitz Bocciato che Non Doveva Essere Bocciato

Nel Bar Sport di Briga Novarese, dove la nebbia entra più spesso dei clienti e il caffè è sempre troppo caldo o troppo freddo (mai giusto), la mattina del 16 dicembre era una di quelle in cui l’aria puzzava di ingiustizia. Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, arrivò trafelato con il giornale aperto alla pagina giusta, si arrampicò sul suo sgabello e sparò la notizia come un colpo di fucile.

«Ragazzi, tenetevi forte: l’imam accusato è stato liberato! I giudici hanno bocciato il blitz, respinte le misure cautelari. Critiche alla sicurezza da tutte le parti. Roba da non crederci!»

Silenzio tombale. Poi il ragionier Gualtieri, che stava contando le bollette sul tavolino, alzò la testa con gli occhiali che gli scivolavano sul naso.

«Liberato? Ma siamo matti? Quello lì doveva marcire in galera! Blitz bocciato? Ma quando mai! Era un’operazione perfetta, roba da film americano. Dovevano tenerlo dentro a pane e acqua!»

La Mirella, con la sigaretta elettronica che mandava nuvole di fragola, sbuffò più forte del solito.

«Esatto, Gualtieri! Liberato un corno! Qui si vede che i giudici hanno le mani legate da qualche cavillo stupido. Misure cautelari respinte? Ma vergogna! Uno così lo dovevano chiudere e buttare la chiave nel Verbano!»

Otello, detto «Calorifero», che stava asciugando un bicchiere con uno strofinaccio che aveva visto tempi migliori, picchiò il pugno sul bancone.

«Ma vi pare possibile? Critiche alla sicurezza? La sicurezza ha fatto il suo dovere! Il blitz era impeccabile. E ora questo tizio gira libero come una farfalla. È uno scandalo, uno scandalo vero! El Poeta, di’ qualcosa!»

El Poeta, il titolare, si grattò la testa calva e buttò lì una rima storta:

«Imam libero, che gran pasticcio,
doveva stare in cella, col lucchetto doppio!
Giudici miti, sicurezza offesa,
qui a Briga Novarese ci gira la testa!»

Peppone, il meccanico con la barba che sembrava un nido di rondini, si pulì le mani sul grembiule e tuonò:

«Io lo dico chiaro: errore madornale! Quello lì era pericoloso, lo sapevano tutti. Misure cautelari respinte? Ma chi gliel’ha consigliato, l’avvocato del diavolo? Dovevano tenerlo dentro fino al Giudizio Universale, altro che liberarlo per Natale!»

Entrò in quel momento il vecchio Zio Beppe, con la borsa della spesa piena di verze e il cappotto bagnato di nebbia.

«Ho sentito per radio: liberato! Ma no, no, no! È una vergogna nazionale. Il blitz era giusto, la sicurezza aveva ragione. I giudici hanno sbagliato tutto. Dovevano approvare le misure e basta. Liberarlo così è come aprire la porta al lupo!»

Tonino «il Termosifone» agitò di nuovo il giornale.

«Ma è scritto nero su bianco: liberato, blitz bocciato, critiche ovunque…»

Gualtieri lo interruppe: «E allora il giornale ha torto marcio! Qui la verità è una sola: quello lì non doveva uscire. Punto. È un pericolo pubblico. Se lo rivedo in giro, chiamo io i carabinieri!»

Mirella annuì: «E io gli faccio una perizia con la mia sigaretta elettronica: pericolo livello massimo!»

Otello «Calorifero» servì un giro di bianchini amari, tanto per digerire la notizia.

«Brindiamo, va’, ma brindiamo alla speranza che lo riprendano domani. Perché oggi è un giorno nero per la giustizia.»

Peppone alzò il bicchiere: «Alla giustizia vera, quella che chiude le porte, non le apre!»

E tutti bevvero, in silenzio, mentre fuori la nebbia di Briga Novarese si faceva più fitta, come a voler nascondere la vergogna di un imam libero che, secondo il Bar Sport, libero proprio non doveva stare. Mai. Nemmeno per sogno.