Por Franco Cerutti

Nel Bar Sport di Briga Novarese, quel pomeriggio di dicembre l’aria sapeva di caffè bollente, pandoro sbriciolato e di quella nebbia padana che entra dalle fessure come un parente povero che non vuole andarsene. Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar (e di tutto ciò che succede tra il Ticino e il Sesia), era appollaiato sul suo sgabello preferito, con il blocchetto unto di fritti in mano, e annunciò a gran voce: «Ragazzi, notizia fresca fresca: rapina shock a Milano! Una baby gang ha preso in ostaggio un quindicenne e gli ha rubato tutto. Roba da film, ma senza happy end».

El Poeta, il titolare, che tutti chiamano così perché ogni tanto gli scappa una rima anche quando versa il bianchino, si passò la mano sulla testa calva e sospirò: «Una baby gang… / che fa bang bang / e ti lascia in mutande / senza nemmeno le bande». Poi, rivolto al vuoto: «Ai miei tempi i ragazzini al massimo ti fregavano le figurine Panini, non la dignità».

Il ragionier Gualtieri, cliente fisso con il suo cappotto eterno e la cravatta che sembrava annodata nel ’78, posò il Corriere dello Sport e alzò il sopracciglio. «Baby gang. Baby. Come dire: infanti delinquenti. Ma vi rendete conto? A quindici anni io al massimo rubavo le ciliegie dal giardino del parroco. E mi beccavano sempre. Questi qui invece organizzano summit criminali. Probabilmente hanno pure un gruppo WhatsApp: “Baby Boss 2010”. Mandano sticker con la pistola e il ciuccio».

La Mirella, che da trent’anni ordina sempre lo stesso cappuccino con poca schiuma e tanta chiacchiera, batté il cucchiaino sul piattino. «Povero ragazzo. Lo tengono in ostaggio, gli dicono “dacci il telefono, l’orologio, le scarpe firmate”. Ma scusate, a Milano? A Milano! Dove già per attraversare la strada ti rapinano il coraggio. Io dico: questi baby criminali cresceranno, diventeranno grandi, e un giorno apriranno una start-up di rapine a domicilio con consegna in giornata. “Rapina Express: ti svuotiamo le tasche in 9 minuti o è gratis”».

Peppone, il meccanico con la barba che sembrava una chiave inglese arrugginita, si pulì le mani sul grembiule e rise di gusto. «Io lo vedo il titolo domani: “Minorenne derubato da coetanei”. Coetanei! Come se fosse una scampagnata. “Ciao, andiamo a rapinare Marco?”. “Volentieri, porto i passamontagna nuovi”. Ai miei tempi, se volevi fare il duro, al massimo gonfiavi le gomme della bici al compagno. Questi qui ti gonfiano di botte e ti sgonfiano il conto corrente».

Calorifero – al secolo Otello, il barista – versò un giro di grappa corretto nostalgia e scosse la testa. «Baby gang… Mah. Saranno alti un metro e una scarpa, pesano quaranta chili con lo zaino pieno di cellulari rubati, ma mettono in ginocchio un quindicenne. È il mondo al contrario. Tra un po’ vedremo i neonati che escono dalla nursery con il coltello tra i denti e la richiesta di pizzo al ginecologo».

Entrò in quel momento il Gino, che tutti chiamano «il Postino» anche se è in pensione da vent’anni, e si sedette pesantemente. «Ho sentito alla radio. Milano, baby gang, ostaggio… Roba da non crederci. Ma secondo me è colpa dei cellulari. Troppi schermi. Il ragazzo stava sicuramente giocando a quel gioco dove spari a tutti, e quelli hanno pensato: “Facciamo la versione live”. Altro che baby gang, è una gang di influencer del crimine. Tra poco apriranno un canale TikTok: “Come rapinare in 15 secondi – tutorial per minorenni”».

Tonino «il Termosifone» chiuse il blocchetto con un gesto teatrale. «Cronaca del Bar Sport: baby gang milanese rapina quindicenne. Veredicto: il mondo è andato a rotoli, ma almeno qui da noi i ragazzini rubano ancora solo le merendine alla Mirella. E lei glielo lascia fare, perché “poverini, hanno fame di affetto”».

E così, tra un giro di grappa e una risata che sembrava un singhiozzo, il Bar Sport di Briga Novarese continuò a commentare il mondo, con la nebbia fuori che si infittiva e la certezza dentro che, almeno lì, le uniche rapine erano quelle al piatto di salumi quando Calorifero si distraeva. Buone feste, Milano, e chiudete bene le porte: i baby arrivano.