Por Franco Cerutti
### Cronaca dal Bar Sport di Briga Novarese – Sequestrati 11 quintali di botti illegali!
(di Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, con la penna che trema ancora per lo spavento)
Stamattina il sole di dicembre entrava obliquo dal vetro smerigliato, illuminando la polvere che danza sopra le birre come se anche lei avesse paura del botto. El Poeta, dietro il bancone, stava lucidando un bicchiere con lo stesso strofinaccio dal 1987, quando ha buttato lì la notizia come se fosse una rima:
«Undici quintali di botti illegali a Mondragone.
Se li accendevano tutti insieme, il Capodanno lo sentivamo fin qui a Briga.»
Il ragionier Gualtieri ha alzato gli occhi dal cruciverba, ha tolto gli occhiali, li ha puliti con la cravatta e ha sentenziato:
«Undici quintali equivalgono a 1.100 chili. Se ogni chilo fa 120 decibel, calcolando l’effetto cumulativo e la direzione del vento da sud-est… beh, il 31 dicembre a Mondragone si sentiva l’orecchio sinistro fino al 3 gennaio.»
Mirella, seduta al tavolino d’angolo con il solito bicchiere di bianco fermo, ha fatto un gesto con la mano come per scacciare una mosca immaginaria:
«Ma smettetela. Quelli sono botti da guerra, non da festa. Io dico che li sequestrano perché se li facevi scoppiare tutti insieme, il Vesuvio si offendeva e andava in pensione.»
Peppone, il meccanico con la barba che sembra un cespuglio di rovi, è entrato scrollandosi la segatura dalle maniche e ha buttato sul tavolo una chiave inglese ancora calda:
«Undici quintali? Ma quelli lì a Mondragone volevano fare il Capodanno di Caporetto! Io con mezzo chilo di petardi faccio partire la Panda del sindaco. Immaginate undicimila chili… la Campania si spostava di tre metri verso la Calabria.»
Otello, detto Calorifero perché d’inverno tiene il bancone più caldo lui della stufa, ha versato una grappa a tutti senza chiedere e ha borbottato:
«Sequestrati. Bella roba. Ora li mettono in magazzino e fra tre anni li vendono come “botti d’annata” a prezzo triplo. È il commercio che va così: prima ti sequestrano la bomba, poi te la rivendi come souvenir.»
È entrato in quel momento Beppe del mulino, con la farina ancora sulle scarpe, e ha detto con voce da mulino a pale:
«Io dico che li hanno sequestrati perché mancava il permesso del parroco. A Mondragone se fai un botto senza dire il rosario prima, è eresia pirotecnica.»
El Poeta ha preso il bloc-notes (quello con la copertina di plastica che dice “Birra Moretti – 1994”) e ha improvvisato:
«Undici quintali di botte illegali,
se le accendi tutte, addio Capodanno normale.
Il cielo diventa un parcheggio di stelle cadenti,
e noi qui a Briga sentiamo solo i timpani dolenti.»
Il ragionier Gualtieri ha applaudito piano, Mirella ha alzato il bicchiere:
«Alla salute di chi non ha fatto scoppiare niente.
Che il 2026 arrivi silenzioso, come un gatto con le ciabatte.»
Peppone ha riso così forte che gli è caduta la chiave inglese nel bicchiere di Calorifero.
«Silenzioso un corno» ha detto. «Tanto il 31 a mezzanotte qui dentro El Poeta canterà “Azzurro” con la grappa in mano, e quello sì che è un botto garantito.»
E mentre tutti ridevano, il termosifone (cioè io) ha chiuso il taccuino pensando:
in fondo, i botti illegali più pericolosi non li sequestra nessuno.
Sono quelli che teniamo dentro, e che ogni tanto, a Capodanno, ci scoppiano nel petto senza fare rumore.
Buon 2026, Briga Novarese.
E speriamo che il prossimo sequestro sia di rimpianti, non di petardi.
Tonino «il Termosifone»
(cronista ufficiale, con le orecchie ancora tappate)

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