Por Franco Cerutti
Entrò il Toni del quinto piano, quello che compra sempre i divani in saldo e poi li paga in trentasei rate senza interessi.
«Ragazzi, bomba! Poltronesofà è stata hackerata! Hanno preso tutto: nomi, indirizzi, codici fiscali… pure la misura del culo di chi si è seduto a provare il modello “Relax & Dream”!»
Il Cesare, dietro il bancone, smise di lucidare i bicchieri:
«Aspetta, fammi capire: quelli che in televisione urlano “COMODISSIMO! BELLISSIMO!” da vent’anni… non avevano un antivirus nemmeno del ‘98?»
Il ragioniere Pillon, che ha il divano Poltronesofà da undici anni e ancora paga la rata, si fece viola:
«Undici anni che mi arrivano lettere “Caro cliente, le manca solo il pouf coordinato”… e adesso scopro che già sapevano quanto è largo il mio sedere prima ancora che io entrassi in negozio?»
Il Mario, rappresentante di pentole, alzò le mani:
«È la pubblicità perfetta! Tra un mese nel dark web trovi il kit completo: “Offerta imperdibile: dati personali di Rossi Mario + divano tre posti angolare a 999 euro, spedizione tracciata… perché tanto sappiamo già dove abiti”.»
La Luisona, estetista con la passione per i reality, scoppiò a ridere:
«Io ci sono cascata due volte. Prima ho comprato il divano “Eterna Giovinezza”, poi il letto “Sogni d’Oro”. Risultato: dormo su un materasso che scricchiola e adesso i russi sanno che russo pure io!»
Il Professore, che legge solo “Il Sole 24 Ore” ma lo fa al bar per non pagare l’abbonamento, sentenziò:
«Capito il business? Vendono divani a rate eterne e intanto rivendono i tuoi dati a rate eterne pure quelli. È l’economia circolare del XXI secolo: tu paghi il divano, loro pagano le vacanze alle Bahamas con i tuoi codici fiscali.»
Arrivò il Beppe del box, quello che ha il tatuaggio “No Tav” sul polpaccio ma il divano Poltronesofà in salotto:
«Sapete che c’è di più bello? Sul sito c’è ancora lo spot con la signora che dice “finalmente un divano che mi capisce”… e aveva ragione! La capisce così bene che sa anche quanto pesa quando si siede dopo il cenone di Natale!»
Cesare versò un giro di amaro del capo:
«Brindiamo, amici. Brindiamo al Paese dove ti fregano il divano, ti fregano i dati e alla fine ti ringraziano pure con lo sconto fedeltà. Tra un po’ ti arriva la mail: “Gentile cliente, per il suo sedere abbiamo previsto un’estensione di garanzia… e anche un’estensione di credito, perché tanto lo sappiamo che non dici mai di no”.»
Il Toni alzò il bicchiere, già un po’ brillo:
«Salute a Poltronesofà! L’unico posto dove entri per un divano e esci con la certezza che mezza Siberia sa che misura di cuscini ti serve per coprire le macchie di sugo.»
E tutti ridemmo, perché ridere è gratis.
A differenza del divano.
E dei dati che non riavremo mai più.
Cin cin, Italia. E la prossima volta compriamo il divano dal cinese sotto casa: almeno lui i dati se li tiene per sé.

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