Por Franco Cerutti

Bar Sport, Briga Novarese – 8 dicembre 2025, ore 11:47 (più o meno, l’orologio è fermo dal Mundial ’90).
Cronaca di Tonino «il Termosifone», corrispondente dalla poltrona numero 3.

El Poeta, titolare e poeta per sbaglio, ha appiccicato sulla vetrina del bar il titolone de La Stampa:
«8 DICEMBRE, FESTA DELL’IMMACOLATA, L’ITALIA SI METTE IN PONTE E ACCENDE LE LUCINE».

Silenzio. Poi il ragionier Gualtieri, che stava leggendo il bilancio del condominio del ’98 per la trentasettesima volta, alza la testa:

«Ponte? Ma se domani è martedì! Ponte de che? De carta igienica?»

La Mirella, che stava lucidando il suo terzo cappuccino della mattina con la lingua, aggiunge:
«Io l’albero lo addobbo oggi perché se aspetto domani l’Immacolata si offende e mi manda la grandine sul balcone».

Peppone, barba unta di grasso e di pandoro anticipato, entra sbattendo la porta:
«Ragazzi, ho capito tutto: l’Immacolata è l’unica festa che funziona ancora perché non c’è obbligo di regalo. È tipo il Black Friday dei poveri, ma senza code».

Otello (detto Calorifero perché quando si arrabbia diventa rosso pompeiano) grida dalla macchina del caffè:
«Se qualcuno ordina un altro decaffeinato giuro che glielo faccio con l’acqua del termosifone! Oggi è festa, si beve caffè vero o si muore!»

Entra il geometra Pautasso, cliente occasionale che arriva sempre con tre minuti di ritardo sulla vita:
«Scusate, ma se è ponte, perché il mio capo mi ha mandato venti mail alle 6 del mattino?»

Tonino il Termosifone, che stava scrivendo la cronaca sul retro di una ricevuta del Gratta&Vinci, alza la penna come una spada:
«Signori, la situazione è gravissima! L’Italia si ferma per l’Immacolata ma il Wi-Fi no! È un complotto! Le lucine si accendono da sole con Alexa, l’albero si monta con l’Ikea del futuro e la Befana arriva con Glovo! Tra poco anche l’Immacolata sarà su TikTok a fare la challenge del presepe vivente!»

El Poeta, ispirato, butta lì la rima del giorno:
«Otto dicembre, d’Immacolata splendore,
tutti in ferie ma con lo smartphone nel cuore.»

Il ragionier Gualtieri scuote la testa:
«Io invece resto aperto. Se no chi paga il condominio? L’Immacolata?»

La Mirella sospira:
«Io invece vado a Roma, piazza di Spagna, che buttano i fiori alla Madonna. L’anno scorso anno ho preso una rosa in testa, ma era per una buona causa».

Peppone alza il boccale:
«Brindiamo! All’unica festa in cui non devi fare il cenone, non devi comprare niente, e se piove è colpa del tempo, non tua».

Calorifero, ormai viola, urla:
«E se qualcuno chiede ancora la soja nel cappuccino lo mando a fare il ponte sul Po a piedi!»

Tonino chiude la cronaca, appoggia la penna e sentenzia:
«Cari amici, oggi l’Italia si ferma, si addobba, si illumina e finge di essere buona. Domani torna a litigare su tutto. Ma per ventiquattr’ore siamo il Paese più bello del mondo… finché dura la batteria delle lucine.»

E fuori, sotto la pioggia fina di Briga Novarese, il primo babbo Natale gonfiabile del paese si è già sgonfiato e giace sul marciapiede come un politico dopo le elezioni.

Buon ponte a tutti.
Tanto domani è martedì e si lavora lo stesso.

Tonino «il Termosifone», dalla poltrona numero 3, dove fa caldo solo quando arriva il conto.